L'esofagite eosinofila
L’EoE è una malattia cronica rara, ma sempre più diagnosticata sia nei bambini sia negli adulti.
I sintomi principali sono:
Tali sintomi possono presentarsi con frequenza diversa a seconda dell’età del soggetto: negli adulti i sintomi più comuni sono difficoltà nella deglutizione, blocco del cibo, dolore e bruciore a livello dello stomaco; nei bambini, invece, si osservano più spesso rigurgito e/o vomito, bruciore a livello dello stomaco e dolore addominale.
L’EoE ha una forte componente allergica, cioè è facilmente indotta da allergeni; questi sono sostanze presenti nell’ambiente ma soprattutto in alcuni cibi in grado di scatenare una risposta allergica nei soggetti suscettibili. Tale risposta porta a uno stato di infiammazione costante dell’esofago, che quindi non è più in grado di svolgere correttamente la propria funzione di trasporto del cibo dalla bocca allo stomaco. È stata identificata inoltre una componente genetica, che rende alcuni soggetti più predisposti allo sviluppo della malattia.
La diagnosi dell’EoE deve essere effettuata da personale medico specializzato e si basa su:
- caratteristiche cliniche: riconoscimento della presenza di sintomi esofagei associati alla malattia;
- evidenze endoscopiche: identificazione delle anomalie dell’esofago attraverso l’endoscopia, che si esegue con uno strumento dotato di videocamera che viene inserito nella bocca fino a raggiungere l’esofago, per visualizzare direttamente il suo interno; in questo modo si può confermare la presenza di infiammazione e delle alterazioni che ne derivano;
- evidenze istologiche: analisi di piccoli campioni di tessuto raccolti tramite biopsia, per la conferma della presenza delle anomalie tipiche della malattia anche a livello “microscopico”; le cellule dell’esofago dei pazienti affetti da EoE presentano infatti alterazioni caratteristiche, che permettono di confermare in maniera definitiva la diagnosi di questa malattia.
Per individuare le sostanze che scatenano i sintomi dell’EoE, è possibile effettuare i classici esami per le allergie come il prick test o l’atopy patch test, basati entrambi sull’applicazione diretta sulla pelle dei possibili allergeni e la successiva osservazione di come la cute reagisce. Esistono inoltre degli esami del sangue in grado di confermare la presenza di risposta allergica a specifici allergeni. In tutti i casi, è necessario chiedere consiglio al proprio medico su quali esami effettuare e su come interpretarne gli esiti.
Ai soggetti che soffrono di EoE viene suggerita la “dieta di eliminazione”, cioè l’eliminazione dal proprio regime alimentare dei cibi allergizzanti in grado di infiammare l’esofago e di dare quindi luogo ai classici sintomi della malattia. Questi cibi possono essere individuati attraverso gli esami per le allergie, oppure si può procedere all’eliminazione completa dei 6 cibi identificati come i più frequentemente associati alla sintomatologia dell’EoE:
- latte e derivati
- grano
- soia
- uova
- frutta secca
- frutti di mare
In base a come il singolo soggetto risponde all’eliminazione di questi alimenti dalla propria dieta, può essere possibile, dopo diverse settimane, reintrodurre gradualmente e sequenzialmente tali cibi, monitorando l’andamento dei sintomi. Ogni intervento nutrizionale deve essere necessariamente condiviso e consigliato dallo specialista, cioè l’unica figura in grado di determinare il regime dietetico più adatto ed efficace.
La terapia mira a migliorare i sintomi e l’infiltrazione eosinofila a livello esofageo, al fine di ottenere una completa remissione di malattia. La terapia dell’EoE si può riassumere con le 3D: diet, drugs, dilatation (dieta, terapia farmacologica, dilatazione).
Nel 2022 è stato introdotto in commercio in Italia il primo cortisonico topico brevettato che si presenta sotto forma di una compressa orodispersibile (budesonide orodispersibile) per questa patologia, con dei tassi di efficacia dai trials registrativi molto alti e senza problemi significativi in tema di sicurezza.
Questa azione topica, locale, aumenta l’efficacia del farmaco minimizzando quasi completamente gli effetti collaterali.
- dover consumare i pasti molto lentamente e con molta attenzione per evitare che il cibo rimanga bloccato nell’esofago;
- eliminare dalla dieta cibi secchi o fibrosi per evitare che facciano fatica a scendere lungo l’esofago;
- dover facilitare la deglutizione con salse o abbondanti sorsi d’acqua durante i pasti;
- notare dei miglioramenti nei sintomi eliminando dalla dieta latte e derivati, soia, frutta secca, grano, uova, frutti di mare.
Soffri inoltre di malattie allergiche quali asma, dermatite atopica, rinite allergica, allergie alimentari?
Fonti:
- Furuta G.T., Katzka D.A. “Eosinophilic Esophagitis” N Engl J Med. 2015; 373 (17): 1640-1648.
- Gonsalves N.P., Aceves S.S. “Diagnosis and Treatment of Eosinophilic Esophagitis” J Allergy Clin Immunol. 2020; 145 (1): 1-7.
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